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Associazione Sviluppo Propulsione Spaziale
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La colonizzazione della Luna e di Marte rimane un sogno se ci si affida alla missilistica
Il prototipo PNN che con alimentazione elettrica di origine nucleare potrebbe andare e tornare da Marte
La vendita del prototipo sarà sempre preceduta da dimostrazione sperimentale del suo funzionamento
Mancano oramai pochi anni al 60° anniversario dello storico sbarco dell’uomo sulla Luna ed è tempo che guardiamo in faccia la desolante realtà dei fatti: nel XXI secolo inoltrato non ci sono basi lunari, non esistono viaggi turistici attorno alla Luna e non ci sono attività umane nello spazio se non negli ambienti claustrofobici di una stazione spaziale in orbita terrestre che ormai è quasi al termine del suo ciclo vitale e si sta già pensando a come deorbitarla in sicurezza.
Osservando la storia dell’esplorazione lunare notiamo una deprimente involuzione: dopo il programma Apollo che ha portato degli esseri umani a camminare sul corpo celeste a noi più vicino abbiamo avuto vent’anni di sostanziale stallo, poi è arrivata l’epoca dei rover lunari sulla scia di quelli marziani ed oggi nel 2024 si celebra l’atterraggio, peraltro malriuscito, di una sonda statica (lander Slim lanciato dalla JAXA) come poteva essere il Viking del 1975.
Difficile contenere il sarcasmo e non commentare che di questo passo nel 2029 festeggeremo con giubilo la messa in orbita di un satellite Sputnik.
Di certo la NASA oggi fa molto parlare di sè grazie al programma Artemis che a suo dire ci riporterà presto sulla Luna ma se diamo un’occhiata alle specifiche della missione scopriamo con disappunto che utilizza la stessa identica tecnologia dell’Apollo di mezzo secolo fa ovvero si serve di enormi razzi vettori spinti dalla propulsione chimica che hanno un rapporto carico utile/massa totale che nella migliore delle ipotesi non raggiunge il 2%, ovvero oltre il 98% del veicolo che si trova sulla rampa di lancio si trasforma in spazzatura durante lo svolgimento della missione.
Ne consegue che nel 2024 possiamo fare solo quello che si poteva fare nel 1969 e nulla più. Non è un caso che la presunta base lunare che con Artemis si vorrebbe installare sulla Luna venga rimandata di anno in anno così come accade per lo sbarco di un equipaggio umano. Sbarco che sarebbe comunque una ripetizione di quanto fatto ai tempi di Armstrong senza aggiungere nulla di nuovo alle conquiste spaziali: per usare un termine cinematografico Artemis è sostanzialmente il reboot di Apollo, si ripete lo spettacolo per le nuove generazioni.
Come intermezzo abbiamo avuto lo Space Shuttle, a suo tempo un futuristico velivolo riutilizzabile e oggi mandato in pensione ma non prima di aver reclamato le vite di 14 astronauti.
Negli ultimi anni è entrato nella scena aerospaziale anche il famoso imprenditore Elon Musk con la sua SpaceX.
Per quanto sia ritenuto da molti un genio visionario anche lui rimane affezionato alla propulsione chimica ed investe ingenti somme di denaro, tempo ed energie non per ricercare metodi alternativi di accesso allo spazio ma per costruire dei razzi ancora più grandi.
Indubbiamente dimensioni maggiori aumentano la capacità di carico ma velocità massima e rapporto carico utile/massa totale restano sempre quelle del Saturn V delle missioni Apollo perché è da allora che si sono raggiunti i limiti fisici della propulsione chimica. Limiti che si fanno notare anche nelle ripetute esplosioni in volo (3 di fila) delle Starship di SpaceX ma che vengono abilmente fatte passare come grandi successi dai media compiacenti.
Parrebbe quasi che Musk non conosca l'equazione termodinamica PV= NkT che lega la velocità dei gas espulsi da un razzo alla temperatura della camera di combustione. Questo rapporto dice che la velocità del gas espulso dall’ugello del missile è inesorabilmente legata alla radice quadrata della temperatura. Al massimo le camere di combustione tollerano circa 3000°C di temperatura ma se si volesse raddoppiare la spinta di un razzo bisognerebbe alzare la temperatura a 12000 °C e qualsiasi lega metallica nota qualora utilizzata per rivestire la camera di combustione non tollererebbe nemmeno 4000°C. Pertanto, qualsiasi razzo anche se migliorato non avrà MAI una spinta doppia a parità di massa espulsa.
Ma allora perché tutta questa ostinazione nel fare affidamento sulla propulsione chimica? La risposta ovvia è perché si tratta ad oggi dell’unico metodo conosciuto per raggiungere l’orbita terrestre quindi o quello o niente, ma c’è sicuramente dell’altro.
Un primo motivo si potrebbe riassumere con “the show must go on”: oramai l’industria della missilistica è consolidata da tempo (se consideriamo l’epoca di Von Braun il primo CEO della missilistica fu Adolf Hitler) e al pari di altri settori industriali muove cifre enormi e quindi una tecnologia rivoluzionaria che eliminasse la necessità dei razzi sarebbe devastante per l’economia. SpaceX, ad esempio, non avrebbe più motivo di esistere e sarebbe costretta a chiudere il mattino seguente.
Inoltre, ogni lancio è uno spettacolo pirotecnico che piace alle masse e quindi pubblicità che si traduce in grandi quantità di denaro che fluiscono nelle casse delle agenzie spaziali. Se tanto per dire una PNN sufficientemente sviluppata potesse portare in orbita un satellite al prezzo di una spedizione Amazon anche per queste istituzioni sarebbe sostanzialmente la fine.
Il secondo motivo purtroppo è anche peggiore del primo:
perché le persone che dovrebbero trovare delle soluzioni non hanno la mentalità giusta per farlo.
Sono stati addestrati a pensare che l’unico modo per muoversi nello spazio è per mezzo del principio di azione/reazione e che qualsiasi alternativa deve per forza sottostare a questa legge fisica. Ne è una prova evidente tutta la letteratura prodotta dagli albori dell’astronautica ad oggi: idee per razzi nucleari, razzi al plasma, razzi ad antimateria, vele solari, astronavi spinte da giganteschi laser sulla Terra, astronavi che fanno esplodere dietro di sé bombe atomiche per accelerare eccetera... tutte idee fatalmente vincolate al terzo principio della dinamica.
Fa eccezione l’idea di realizzare una “bolla di curvatura” come in Star Trek ma si tratta di qualcosa talmente al di là delle nostre conoscenze che non fa nemmeno testo.
I dispositivi cosiddetti reactionless, nella cui definizione rientra anche la PNN, vengono dunque visti con scetticismo.
ASPS si è confrontata più volte con queste persone ma senza successo ed ha dovuto prendere atto dell’ostracismo che viene fatto verso le idee che non provengono dal loro mondo.
Si riporta il caso del forum di Nasa Spaceflight, portale divulgativo di notizie legate allo spazio ed alla sua esplorazione e che si definisce come il forum a tema più visitato al mondo.
Il forum ha una sezione New Physics for Space Technology dove vengono discusse le idee più disparate alla ricerca di nuove forme di propulsione.
In questa sezione ASPS come utente Rumee Cervelli apre un thread Reactionless drives history dove viene discussa la PNN e si cerca di fare una panoramica sullo stato dei dispositivi appunto reactionless.
Il risultato è stato, dopo numerose visite e un’accesa discussione, la cancellazione del thread.
Fortunatamente sono stati fatti degli screenshot di quanto è stato cancellato.
Nel primo, il thread cancellato con oltre 2000 visualizzazioni
Nel secondo screenshot ASPS chiede una spiegazione riguardo i test up e down sulla bilancia a bracci ed invita gli scettici ad assistervi e questo ha comportato un ban permanente dal forum.
Pare strano che molti sedicenti scienziati rifuggono dall'unica procedura che distingue la fisica dalla letteratura, dalla pittura e dalla filosofia e cioè la sperimentazione!
La PNN è l’unico reactionless drive che può fornire dimostrazioni concrete del suo funzionamento attraverso prototipi e procedure sperimentali al contrario degli altri dispositivi che vengono sempre descritti in maniera fumosa e spesso non viene nemmeno mostrato un prototipo funzionante, come il caso del recente IVO
A pensar male si direbbe che la PNN viene censurata proprio perché può essere testata e replicata e questo a quanto pare non va bene: molto meglio svagarsi con idee buone per un episodio di Star Trek ma poi continuare sulla strada sicura e soprattutto remunerativa della propulsione a razzo.
ASPS è l'alternativa alla fallimentare missilistica quando parla di colonizzare la Luna e Marte
La cosa più sorprendente della PNN non è la violazione del principio di azione e reazione newtoniano (cosa prevista da tempo da altri scienziati se si utilizza la Forza di Lorentz), ma il CAMBIAMENTO della LEGGE DEL MOTO di Newton.
Tutto ciò è descritto a livello sperimentale in 14 pagine di Nova Astronautica ISSN: 0393-1005 Organo ufficiale della’ASPS nel n.178 Vol.43 2023 in www.asps.it/Vol43.htm.
Invieremo copia cartacea di queste 14 pagine contenenti dati sperimentali a chi le richiede al costo di 26 euro utilizzando Paypal in questo sito (inviare contestualmente una email con il proprio indirizzo a asps@asps.it). Le spese di spedizione sono incluse nei 26 euro.
Notare che il cambiamento della legge del moto e della legge di inerzia attraverso la Propulsione Non Newtoniana è essenziale per colonizzare la Luna, Marte e mondi similterrestri lontani anni luce dato che la PNN AGGIRA tutti gli ostacoli apparenti che la meccanica newtoniana e relativista pongono nel tempo all’espansione umana nel cosmo.
Questi dati sperimentali (VERIFICATI PIU’ VOLTE) dimostrano che si può incrementare incredibilmente NEL TEMPO la spinta di una astronave a propulsione PNN a parità di potenza utilizzata sorpassando inevitabilmente la velocità della luce.